Insufficienza della valvola mitrale: colpiti 800mila italiani

L’80% degli italiani con scompenso cardiaco, soffre di insufficienza della valvola mitrale. In totale, dunque, sono 800mila le persone che soffrono appunto di insufficienza mitralica, un difetto di chiusura della valvola mitrale che fa sì che parte del sangue pompato dal ventricolo sinistro refluisca nell’atrio sinistro anziché andare nell’aorta, causando affaticamento e disturbi respiratori. A ciò si associa un aumento di otto volte della probabilità di ricoveri e un aumento della mortalità.

La situazione italiana e il Latin Position Paper
In Italia gli interventi percutanei mininvasivi per la sostituzione o la riparazione della valvola, per cui sono attrezzati solo il 20% dei laboratori di emodinamica, sono decuplicati in cinque anni. Un centinaio nel 2011, circa 1000 nel 2016 e dal 2015 al 2016 quasi raddoppiati. Ma sono almeno 3 volte di più i pazienti candidati ideali: per le indicazioni e i benefici di questa procedura arriva il primo documento di consenso dei Paesi europei latini, il Latin Position Paper presentato al congresso EuroPCR, a Parigi, e condiviso dalle Società di Cardiologia Interventistica italiana (GISE), spagnola (SHCI) e portoghese (APIC).

“L’insufficienza mitralica è sotto-diagnosticata. In un over 5 su due senza sintomi di cardiopatie si riscontrano in realtà problemi alle valvole cardiache – spiega Giuseppe Musumeci, presidente Gise – oggi un paziente su due non viene operato, per l’età o altre patologie. Molti potrebbero essere candidati: si stima che rispetto ai circa 1.000 interventi, siano almeno il triplo gli italiani che potrebbero essere sottoposti a procedure transcatetere, ma secondo altre ipotesi i possibili candidati sarebbero oltre 11 mila”.

Secondo Gise l’utilizzo di queste tecniche ha un rapporto costo-beneficio favorevole: la spesa è fino a 20 mila euro per intervento, ma con risparmi successivi. “Lombardia,Campania e Sicilia sono tra le regioni più attive – aggiunge inoltre Musumeci – in altre invece le procedure sono pochissime o addirittura pari a zero”. Tecniche mininvasive in futuro anche per lo scompenso cardiaco: i primi risultati dell’impiego di piccole pompe ausiliarie che facilitano il cuore sono promettenti.

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